giovedì 10 luglio 2008

Viaggio nelle città più innovative ed ecologiche al mondo

Ciao Raga da oggi in poi ogni tanto inserirò una serie di post sulle città più innovative ed ecologiche al mondo.... Una sorte di rubrica all'interno del blog che permetta di conoscere e magari perchè no prendere qualche spunto per Reggio Emilia....
Se avete idee beh non esitate a scrivere....



Oggi iniziamo con CURITIBA capitale dello Stato brasiliano di Paranà a sud di Rio De Janeiro.
Curitiba è una città situata nel Sud del Brasile, con tutti i problemi delle metropoli cresciute troppo in fretta: è passata infatti dai 300.000 abitanti del 1950 ai circa 2.500.000 attuali.
Eppure, nonostante una popolazione che cresce al ritmo di un raddoppio ogni dieci anni, è riuscita a raggiungere livelli di istruzione, salute, benessere, sicurezza, partecipazione democratica, stabilità politica, senso civico e protezione dell'ambiente sensibilmente migliori non solo del resto del Brasile, ma anche della maggior parte dei paesi industrializzati.
Questo risultato è stato ottenuto non attraverso una pianificazion centralizzata, ma sviluppando centinaia di iniziative ad ampio raggio poco costose, semplici, locali e centrate sulla persona, che hanno rivitalizzato i mecanismi di mercato, il buon senso e le capacità personali. Curitiba ha potuto avvalersi di una leadership lungimirante e pragmatica, e di un processo di progettazione integrata e di una forte partecipazione pubblica e privata. La città è rifiorita perché la popolazione e il territorio hanno assunto il valore di una preziosa risorsa, e non di una semplice materia prima a basso costo che interessi limitati e speculativi possono permettersi di sfruttare e di sprecare. La lezione di Curitiba è una promessa ed una speranza per tutte le città e gli uomini del mondo.

Il sistema dei trasporti
Tutto è partito nel 1971 quando Jaime Lerner, esperto di architettura e di urbanistica, dal carattere pratico e pieno di immaginazione, è diventato sindaco della città. I primi interventi hanno riguardato i trasporti pubblici e la viabilità. Il sistema dei trasporti non serve solo a spostare delle persone e delle merci, ma è anche un fattore guida nell'uso del territorio. Invece di sventrare il centro storico per far posto ad ampie strade in cui fosse possibile sfrecciare in automobile, Lerner decise di ristrutturare le strade esistenti limitando al massimo l'abbattimento di edifici. Dati i cinque assi principali di sviluppo urbano, vennero modificate tre arterie stradali parallele. Quella di mezzo venne destinata ad autobus veloci e al traffico dei residenti. Le altre, molto vicine, divennero ampie strade a senso unico che convogliano il traffico da e per il centro cittadino.
Questo sistema, la cui costruzione ha richiesto soltanto quattro anni, in pratica svolge la funzione di un'arteria gigantesca della larghezza complessiva di 60 metri. Il trasporto pubblico è stato affidato agli autobus, che sono stati trasformati in una metropolitana di superficie. Sono stati progettati appositamente nuovi autobus fino a tre volte più lunghi e con ampie porte d'accesso. Le fermate sono diventate "stazioni tubo", coperte e leggermente sopraelevate, in modo che i passeggeri possano salire e scendere in pochi secondi senza dover superare gradini proprio come in una vera metropolitana. Poichè i bus percorrono strade a loro riservate e regolano i semafori in modo da avere la precedenza, anche la loro velocità è paragonable a quella di una metropolitana. Una metropolitana che però è costata centinaia di volte di meno, e che non pesa sulla cittadinanza perchè si paga interamente con i biglietti.
Gli autobus trasportano il 79% dei pendolari, con un grado di soddisfazione degli utenti del 90 %, e hanno diminuito il traffico di auto private, eliminato gli ingorghi e ridotto l'inquinamento. Gli abitanti di Curitiba dispongono inoltre per i loro spostamenti di numerose piste ciclabili, isolate dal traffico e collegate con le vie principali, le fermate degli autobus e i parchi.
La riorganizzazione urbanistica della città è stata completata stabilendo che gli edifici più vicini al viale degli autobus potessero disporre di una superficie edificabile fino a sei volte superiore all'area del terreno, proporzione che diminuisce via via che ci si allontana dalle strade a scorrimento veloce.
Le vie minori sono rimaste piccole e a misura d'uomo. Il tessuto stradale storico, caratterizzato da vie di lunghezze diverse, consente di mantenere un rapporto fra infrastrutture e abitato molto inferiore a quello tipico della rete stradale a reticolo. I corridoi di transito lungo le direttrici radiali hanno indirizzato il successivo sviluppo della città, ma prima che tale sviluppo avesse luogo, le autorità municipali hanno acquistato lotti di terreno per la costruzione di abitazioni popolari, per consentire a tutti un facile accesso ai luoghi di lavoro, ai servizi e ai negozi.
Inoltre, al fine di rivitalizare la vita sociale ed incentivare le attività commeriali, sono state create numerose isole pedonali dotate di illuminazione, chioschi e aiuole fiorite. Il nucleo centrale della città, affrancato dalla pressione che altrimenti lo avrebbe soffocato, ben presto ha riaquistato la sua connotazione pedonale divenendo il fulcro di un rinnovato senso della comunità.
Il patrimonio etnico della comunità è stato rivalutato e preservato, e per ognuna delle principali culture rappresentate è stato creato un centro di riferimento, gestito direttamente dai rappresentanti di ogni gruppo.
E' stato incoraggiato un uso misto del territorio, assicurando una buona disponibilità abitativa anche nelle aree centrali, nel rispetto di una ragionevole proporzione tra usi residenziali e commerciali.
La città ha finanziato la costruzione di una galleria di negozi, aperta 24 ore su 24, che conferisce vivacità al centro a ogni ora del giorno e della notte. Anche nelle periferie sono state costruite scuole, strutture sanitarie, asili, parchi, negozi e impianti culturali e sportivi, promuovendo una fruizione democratica di tutti quei servizi che una volta erano disponibili soltanto al centro.
In tutta la città è stata favorita l'edilizia di piccola taglia e a basso costo, nel tentativo di migliorare l'equità e l'integrazione sociale. Nei principali terminal delle linee di trasporto pubblico si trovano "le strade della cittadinanza", una serie di uffici municipali decentrati a disposizione dei cittadini. Il facile accesso alle informazioni e la trasparenza dei piani regolatori hanno ridotto le incertezze e scoraggiato la speculazione edilizia, che viene combattuta anche con l'adozione di un Sistema Geografico Informatizzato, attraverso il quale ciascuno può avere informazioni su tutto il territorio urbano.

L'acqua, il territorio e l'ambiente
Curitiba sorge in mezzo a due grandi fiumi, ma le bidonville sorte negli anni '50 e '60 avevano limitato il naturale drenaggio del suolo che costosi interventi di canalizzazione non erano riusciti a risolvere, e le frequenti inondazioni raggiungevano anche il centro della città.
Il problema è stato affrontato con norme molto rigide per la protezione delle aree ripariali e tramite la creazione di ampie aree verdi, di canali di drenaggio e di piccole dighe con cui sono stati realizzati piccoli specchi d'acqua, ciascuno al centro di ogni nuovo parco.
E' stata incentivata la messa a dimora degli alberi e limitata la pavimentazione del suolo.
Con la campagna "spazzatura che non è spazzatura" le famiglie sono state incentivate alla raccolta differenziata. I rifiuti organici vengono raccolti in un sacco, mentre carta, metallo, vetro e simili vanno in un altro. Due terzi dei rifiuti vengono così recuperati e venduti. Gli impianti di smistamento, costruiti a loro volta con materiali di recupero, danno lavoro a persone in difficoltà come i disabili e gli emarginati.
Con il progetto "scambio verde" un furgoncino attraversa le bidonville degli immigrati più recenti dove i camion della spazzatura non possono arrivare, e consegna dei ticket in cambio di rifiuti. Con i ticket si possono ottenere cibi derivanti dai surplus stagionali comprati a basso prezzo dall'amministrazione, e si riesce così in un colpo solo a sgombrare i rifiuti dagli spazi più difficili da raggiungere, e a migliorare l'igiene e l'alimentazione nei quartieri più poveri. Questi programmi vengono integrati da altri programmi stagionali di pulizia che danno occasioni di lavoro ad altri disoccupati. Inoltre, per dare ulteriore occasione di lavoro e di reddito ai più poveri, vengono assegnati alle famiglie piccoli terreni da adibire ad orto.
Con questi provvedimenti non solo si è riusciti a proteggere la città dalle inondazioni e dal degrado e a fare una efficace opera di prevenzione dalle malattie, ma è stata data ad ogni abitante della città una superficie di verde superiore di dieci volte rispetto a quella raccomandata dalle Nazioni Unite.

L'Istruzione e l'assistenza
Curitiba dispone di un efficiente sistema scolastico, e favorisce in tutti i modi l'istruzione sia dei giovani che degli adulti. Sono previsti anche corsi serali e scuole "mobili" ricavate da pullman dismessi.
I ragazzi che vivono nei pensionati scolastici possono lavorare part-time, per esempio consegnando giornali e riviste, possono usufruire di corsi di sostegno, praticare sport ed usare il computer.
Un'altra famosa istituzione di Curitiba sono i "fari del sapere". Sono costruzioni a forma di faro vivacemente colorate alte 15 metri. In ognuna di esse è contenuta una biblioteca di 7.000 volumi, compresi i Licoes Curitibanas, un'opera in 10 volumi sulla storia, la cultura, l'educazione civica e l'ambiente di Curitiba, che è anche un testo fondamentale delle scuole primarie. Queste biblioteche, dotate di computer per l'acceso ad Internet, sono sorvegliate da un poliziotto in modo che i bambini possano andare e venire tranquillamente.
A Curitiba sono stati realizzati circa 200 centri di accoglienza per le famiglie a basso reddito, che offrono varie forme di assistenza e pasti gratuiti. Altri autobus in disuso sono diventati ambulatori medici, aule scolastiche, centri di babysitting, negozi di alimentari, tavole calde, oppure servono per le escursioni nei parchi durante il week-end.
Per aiutare le famiglie indigenti ad arrotondare le loro entrate e scoraggiare le frodi, la città ha introdotto un sistema di telefonia mobile computerizzata che informa sui prezzi correnti dei principali prodotti venduti nei supermercati. Inoltre una catena di magazzini acquista all'ingrosso alimentari, prodotti per l'igiene e articoli per la casa, e li rivende scontati del 30% alle famiglie a basso reddito.
Altre iniziative ancora riguardano i senza casa, gli anziani in difficoltà, i disabili. Per esempio vengono raccolti mobili ed elettrodomestici usati che, dopo le riparazioni, vengono venduti a basso prezzo o regalati. E' stato elaborato anche un programma per la costruzione "fai da te" delle case, che assegna ad ogni famiglia un lotto di terra edificabile, un documento di proprietà, materiali da costruzionee un'ora di consulenza di un architetto.
Sono state create unità sanitarie distruibuite in tutti i quartieri che offrono servizi per l'igiene, la sanità, la prevenzione e la pianificazione familiare, ciascuna fornita di una farmacia, alcune delle quali aperte 24 ore su 24.
Fino a 5 anni tutti i bambini poveri vengono sottoposti a controlli e check-up gratuiti e hanno un libretto sanitario personale. Inoltre i cittadini hanno la possibilità, con una semplice telefonata, di fissare appuntamenti per controlli medici, visite ecc. in uno qualsiasi dei 36 ospedali della città.
Conclusioni
Gli abitanti di Curitiba si sono abituati a quello che è in Brasile una vera rarità: trasparenza e senso di responsabilità nel governare. Il governo municipale si sforza di cercare soluzioni semplici, rapide, divertenti ed economiche, ma prima di tutto può contare sul sostegno e la collaborazione dei cittadini. Un livello di partecipazione democratica, di controllo sulle decisioni dell'amministrazione, di proposta e collaborazione che non trova riscontro in nessun altro paese del mondo, e che è il vero segreto del suo successo.
Fin dal 1971 il principio propulsore della politica di Curitiba è stato coerente e profondo: rispettare i cittadini, veri proprietari dei beni e dei servizi pubblici, innanzitutto perché ogni persona merita rispetto, e poi perché, se le persone avvertono rispetto, collaboreranno responsabilmente per risolvere gli altri problemi.
Ristabilendo il fisiologico ciclo della politica, questo principio trasforma i poveri, gli emarginati, gli indifferenti e gli analfabeti in cittadini capaci di fornire il loro contributo alla comunità. Dopo 30 anni di buongoverno e di "vera" partecipazione democratica, la qualità della vita è ormai una delle più alte del mondo, risultato tanto più sorprendente per una metropoli cresciuta così in fretta, con un budget modesto e con i conti perfettamente in ordine.
Quando Lerner è diventato governatore dello stato del Paranà, ha avviato una politica di microcredito nei villaggi rurali, anche con lo scopo di rallentare l'afflusso di contadini poveri nella città.
I risultati parlano da soli: il reddito pro capite è quasi doppio rispetto alla media del Brasile, la percentuale di alfabetizzazione raggiunge il 95%, la prevenzione sanitaria coinvolge il 96 % della popolazione, la raccolta rifiuti il 98%, le case con luce e acqua corrente sono il 99,5% del totale. Inoltre i livelli della criminalità sono così bassi da fare invidia a qualsiasi città europea, è persino sparito il fenomeno del grafittismo.
L'efficienza della rete dei trasporti, la diffusione dell'istruzione, la disponibilità di servizi pubblici, l'abbondanza di isole pedonali, parchi e verde pubblico e il livello del senso civico non trovano paragoni nemmeno nelle meglio amministrate città occidentali.

venerdì 4 luglio 2008

Intervento all'assemblea provinciale del pd del 3.7.08

Quello che segue è il mio intervento all'assemblea provinciale del pd che si è tenuto ieri, 3 luglio 2008, all'Hotel Astoria....

"Nel mio intervento stasera, vorrei partire da alcune parole che hanno contraddistinto le tante relazioni e i tanti interventi ascoltati in questi mesi di incontri e riunioni del PD.
Nelle tante iniziative, assemblee provinciali, comunali, esecutivi e circoli, abbiamo detto più volte ai tanti militanti e agli attivisti di questo partito che il PD sarà e deve essere sin d’ora aperto, inclusivo, luogo di valorizzazione di storie ed esperienze culturali diverse, luogo di investimento sulle capacità e il merito delle persone, laboratorio di idee e proposte innovative, promotore dell’utilizzo di strumenti e metodi realmente democratici.

In questi mesi di duro lavoro sui territori, abbiamo incontrato tantissime persone, abbiamo parlato con loro, ascoltato le loro storie e appreso i nuovi problemi che caratterizzano la loro vita quotidiana. Abbiamo provato ad elaborare proposte, progetti, occasioni di confronto su temi come le politiche migratorie, la sicurezza, l’accoglienza, , la gestione dei rifiuti (quando dico questo penso appunto all’esperienza condotta nel Circolo pd della V circoscrizione e in tanti altri circoli della città e della provincia di Reggio Emilia). Insomma abbiamo lavorato per dar vita il più possibile ad un partito radicato sul territorio, un partito in grado davvero di ascoltare le persone e di farsi promotore delle loro istanze. Tutto questo grazie al lavoro prezioso condotto dai tanti segretari, membri ed attivisti dei vari circoli ai quali è stato chiesto un grande impegno e ai quali dovrebbe andare il riconoscimento ed il ringraziamento più grande da parte di tutti noi.

Questo è il vero processo di creazione del Partito Democratico. Questo è il vero processo inclusivo e partecipativo.

A fronte di tutto questo lavoro nei territori, dunque, dispiace dover constatare la fatica, e a volte lasciatemelo dire, anche la mancanza di un processo altrettanto inclusivo e aperto nel processo di costruzione di organismi dirigenti e interni al pd.

Le discussioni in merito ad appartenenze politiche e partitiche passate, la tendenza ad etichettare le persone anche giovani che non hanno nemmeno vissuto determinati passaggi politici storici come referenti di qualcun altro e la tendenza alla presa di decisioni importanti senza un previo confronto sono tutti elementi che non aiutano il pd locale a diventare partito forte, inclusivo e innovativo. Questi comportamenti insomma non vanno nella direzione di quel cambiamento da noi declamato e auspicato.

La politica vera quella con la P maiuscola è ben altro. La politica vera è passione, trasparenza, coerenza, promozione del merito, idee, capacità di ascolto, capacità di elaborazione di risposte concrete, in linea con i continui mutamenti sociali, economici, culturali.
La politica vera è quella che sa assumersi il coraggio delle proprie scelte anche nei momenti più difficili e destabilizzanti. E’ la politica che mette in atto azioni con responsabilità e coerenza, al servizio delle persone.
La politica vera è quella fatta da politici che per la creazione degli organismi dirigenti di partito utilizzano criteri seri come il merito, la promozione delle capacità delle persone e del lavoro svolto e non criteri di appartenenza ad “anime” che diventa difficile non chiamare a questo punto correnti.

Il metodo di elezione della Direzione Nazionale di poche settimane fa rispecchia molto la diffusa e non troppo velata volontà, di ufficializzare correnti ed espressioni differenti presenti all’interno del partito rischiando così di creare una situazione di instabilità e d’immobilismo che allontana sempre di più le persone che hanno deciso di appoggiare il pd.
Ed è proprio in questo contesto che diventa allora sempre più importante la messa in campo di azioni in grado di portare messaggi forti, di cambiamento, di unità (che lasciatemelo dire non si raggiunge facendo finta di non vedere i problemi esistenti bensì affrontandoli con responsabilità ed ampio confronto).

In questo senso non mi è piaciuto questo metodo di costituzione di un organismo politico importante come la direzione dove a differenza dei modelli presentati ai segretari di circolo in un primo momento ora si propende per l’attuazione di un meccanismo di selezione che tiene conto delle anime, o liste che dir si voglia, del 14 ottobre. In questo modo si dà scarsa rilevanza ai territori, e cosa assai più complicata, si rischia di ufficializzare e radicare maggiormente posizioni differenti all’interno del partito che di fatto non aiuteranno nel momento in cui ci si troverà a dover prendere decisioni importanti per il futuro del nostro territorio (penso alle elezioni amministrative, alle alleanze da mettere in campo, …).

Ancora una volta perdiamo l’occasione importante di lanciare messaggi positivi, democratici ed innovativi.

Alcune settimane fa mi sono trovata a firmare un documento, come tanti altri esponenti del pd a livello provinciale, dove veniva ribadita l’importanza dell’utilizzo di uno strumento come quello delle primarie. Strumento che per mesi abbiamo indicato come simbolo del cambiamento riformista di questo nuovo partito.
Mi dispiace che questo documento dietro al quale, a differenza di quanto pensato da alcuni, non c’è nessun contrasto né gioco o strategia politica, sia stato ritenuto da alcune persone una presa di posizione contro l’amministrazione comunale. Quel documento aveva soltanto la volontà di ribadire un principio democratico presente nello statuto nazionale niente di più.

Da ultimo prima di concludere vorrei fare alcune considerazioni.
Reggio Emilia è una realtà che negli ultimi anni ha visto un incremento demografico ed una crescita impressionante che ha posto la città e la provincia intera di fronte a sfide e bisogni completamente nuovi. Sfide che ci spingono a rileggere la dimensione sociale, economica e culturale del nostro territorio. Sfide e domande alle quali non sempre è facile individuare una risposta immediata ed esaustiva. Penso al contesto industriale dove la realtà reggiana si è da sempre contraddistinta per la sua forte specializzazione in campi come la meccatronica, l’artigianato e tutta quella rete di piccole medie imprese che hanno saputo in tutti questi anni dar vita ad un tessuto industriale riconosciuto a livello internazionale e che tuttavia ora si trovano a dover affrontare scenari nuovi posti dalla globalizzazione e non solo.

Penso al contesto sociale dove il sistema di welfare si è sempre caratterizzato per il forte valore sociale e solidale contenuto nei vari progetti e servizi messi in campo e che oggi si trova a dover affrontare un aumento delle richieste d’aiuto anche da parte di quelle fasce di popolazione ( penso alla cosiddetta fascia media) che non avevano mai chiesto aiuto ai servizi e che oggi si trovano a doverlo fare. Sfide che dunque comportano un ripensamento degli strumenti e delle azioni di intervento da realizzare.

Penso alla sfida dell’interculturalità alla quale anche una città come la nostra deve cercare di dare risposte nel pieno rispetto delle dinamiche europee e non solo.

E ancora penso alle sfide ambientali, educative, culturali,…

Insomma, per concludere, a tutte queste sfide dobbiamo riuscire a dare risposta se vogliamo che il nostro territorio continui ad essere competitivo, accogliente, innovativo. Per fare questo abbiamo bisogno dunque di un confronto che ci porti a definire il prima possibile una visione strategica e reale del nostro territorio.
Forse sarò utopista o come qualcuno mi ha definito all’interno di questo partito non molto tempo fa integralista, ma credo che se vogliamo davvero diventare una forza politica riformista e riconosciuta dalla gente il processo di costruzione di un Partito Democratico forte a livello locale passa anche da qui."

giovedì 3 luglio 2008

Finalmente libera!!!!!!

E' un grande giorno. Ingrid Betancourt è finalmente libera!!! Da tempo speravamo di poter vedere questo giorno. Da tempo speravamo che questa donna straordinaria potesse ritornare a mostrare tutto il suo carisma e la sua forza.
Finalmente quel giorno è arrivato!!!



INGRID BETANCOURT / LA SCHEDA
L'eroina prigioniera nella giungla
una vita contro corrotti e narcos

INGRID Betancourt venne rapita dalle Farc il 23 febbraio del 2002, ad appena tre mesi dalle elezioni in cui era candidata per il Partito Oxigeno Verde. Quarantasei anni, senatrice, personaggio di spicco della politica sudamericana, è diventata celebre per le sue battaglie anticorruzione nel parlamento colombiano. Figlia di Gabriel Betancourt, ex ambasciatore a Parigi e della senatrice Yolanda Pulecio, la Betancourt fu sequestrata in un'imboscata a San Vicente del Caguan.

Sposata in prime nozze con Fabrice Delloye, diplomatico e padre dei suoi due figli ora entrambi maggiorenni, Melanie e Lorenzo, ha divorziato per tornare a unirsi in matrimonio con un manager colombiano di origine francese, Juan Carlos Lecompte. La Betancourt è molto amata a Parigi, dove ha studiato da giovane. La Francia ha sempre fatto della sua liberazione una battaglia quasi 'di Stato'.

Dopo aver letto una sua poesia il poeta cileno Pabolo Neruda disse di lei: "questa bambina andrà lontano". A 33 anni è entrata alla Camera e quattro anni dopo ha varcato le porte del Senato con il partito Verde Oxigeno, con cui ha ottenuto nel 1998, senza l'aiuto di alcun apparato 158.184 preferenze, il maggior numero mai raggiunto da un candidato colombiano. La sua carriera politica è stata rapida, grazie all'impegno pacifista e alle battaglie parlamentari contro la corruzione. Nel 1996 pubblica il libro 'Si' sabià (Sì, lo sapeva) sul finanziamento della campagna del presidente Ernesto Samper da parte del Cartello di Calì della cocaina.

Il suo sequestro, e quello della vice-candidata presidenziale e amica Clara Rojas, era avvenuto durante un rischioso viaggio fra le città di Florencia e San Vicente del Caguan, capoluogo della 'zona di distensione' nel sud della Colombia, controllata all'epoca dalle Farc, appena cinque giorni dopo la rottura del negoziato di pace con l'allora presidente Andres Pastrana. Secondo il racconto dei testimoni delle ore precedenti il rapimento, Betancourt non volle in alcun modo ascoltare i consigli di chi tentava di non farla viaggiare attraverso quella zona insicura e controllata dai ribelli delle forze armate rivoluzionarie colombiane.

Nel video e nella lettera inviate dalla guerriglia nel novembre 2007 come prove della sua sopravvivenza, la Betancourt appare come una donna senza speranza, praticamente allo stremo, solo l'ombra della leader politica combattiva e di carattere, che aveva retto con coraggio i primi anni di prigionia. Alla vigilia del quinto anniversario del rapimento la madre della Betancourt aveva registrato un messaggio a Radio Caracol nella speranza che la figlia potesse ascoltarla: "Ingrid - aveva detto - forza amore mio, che Dio ti dia tutta la pazienza. Non perdere la speranza e la fede, continuiamo a lavorare con ogni mezzo per ottenere la tua liberazione. Sono con te".

Il presidente del Venezuela, Hugo Chavez, si è proposto più volte come mediatore con le Farc per la liberazione degli ostaggi, incontrando sempre l'opposizione del presidente Alvaro Uribe. La sua mediazione il 10 gennaio scorso ha portato alla liberazione di Clara Rojas e di un altro ostaggio, Consuelo Gonzales De Perdomo. Il 28 febbraio scorso le Farc hanno liberato un'altra ex parlamentare rapita, Gloria Polanco, 49 anni, sequestrata nel 2001 insieme a due dei suoi tre figli, poi liberati nel 2004. Le Farc nel 2005 avevano ucciso suo marito in un'imboscata.

Ingrid Betancourt era stata dichiarata nel dicembre 2003 cittadina onoraria di Roma dall'allora sindaco Walter Veltroni ed è stata anche candidata al premio Nobel per la pace.