venerdì 4 luglio 2008

Intervento all'assemblea provinciale del pd del 3.7.08

Quello che segue è il mio intervento all'assemblea provinciale del pd che si è tenuto ieri, 3 luglio 2008, all'Hotel Astoria....

"Nel mio intervento stasera, vorrei partire da alcune parole che hanno contraddistinto le tante relazioni e i tanti interventi ascoltati in questi mesi di incontri e riunioni del PD.
Nelle tante iniziative, assemblee provinciali, comunali, esecutivi e circoli, abbiamo detto più volte ai tanti militanti e agli attivisti di questo partito che il PD sarà e deve essere sin d’ora aperto, inclusivo, luogo di valorizzazione di storie ed esperienze culturali diverse, luogo di investimento sulle capacità e il merito delle persone, laboratorio di idee e proposte innovative, promotore dell’utilizzo di strumenti e metodi realmente democratici.

In questi mesi di duro lavoro sui territori, abbiamo incontrato tantissime persone, abbiamo parlato con loro, ascoltato le loro storie e appreso i nuovi problemi che caratterizzano la loro vita quotidiana. Abbiamo provato ad elaborare proposte, progetti, occasioni di confronto su temi come le politiche migratorie, la sicurezza, l’accoglienza, , la gestione dei rifiuti (quando dico questo penso appunto all’esperienza condotta nel Circolo pd della V circoscrizione e in tanti altri circoli della città e della provincia di Reggio Emilia). Insomma abbiamo lavorato per dar vita il più possibile ad un partito radicato sul territorio, un partito in grado davvero di ascoltare le persone e di farsi promotore delle loro istanze. Tutto questo grazie al lavoro prezioso condotto dai tanti segretari, membri ed attivisti dei vari circoli ai quali è stato chiesto un grande impegno e ai quali dovrebbe andare il riconoscimento ed il ringraziamento più grande da parte di tutti noi.

Questo è il vero processo di creazione del Partito Democratico. Questo è il vero processo inclusivo e partecipativo.

A fronte di tutto questo lavoro nei territori, dunque, dispiace dover constatare la fatica, e a volte lasciatemelo dire, anche la mancanza di un processo altrettanto inclusivo e aperto nel processo di costruzione di organismi dirigenti e interni al pd.

Le discussioni in merito ad appartenenze politiche e partitiche passate, la tendenza ad etichettare le persone anche giovani che non hanno nemmeno vissuto determinati passaggi politici storici come referenti di qualcun altro e la tendenza alla presa di decisioni importanti senza un previo confronto sono tutti elementi che non aiutano il pd locale a diventare partito forte, inclusivo e innovativo. Questi comportamenti insomma non vanno nella direzione di quel cambiamento da noi declamato e auspicato.

La politica vera quella con la P maiuscola è ben altro. La politica vera è passione, trasparenza, coerenza, promozione del merito, idee, capacità di ascolto, capacità di elaborazione di risposte concrete, in linea con i continui mutamenti sociali, economici, culturali.
La politica vera è quella che sa assumersi il coraggio delle proprie scelte anche nei momenti più difficili e destabilizzanti. E’ la politica che mette in atto azioni con responsabilità e coerenza, al servizio delle persone.
La politica vera è quella fatta da politici che per la creazione degli organismi dirigenti di partito utilizzano criteri seri come il merito, la promozione delle capacità delle persone e del lavoro svolto e non criteri di appartenenza ad “anime” che diventa difficile non chiamare a questo punto correnti.

Il metodo di elezione della Direzione Nazionale di poche settimane fa rispecchia molto la diffusa e non troppo velata volontà, di ufficializzare correnti ed espressioni differenti presenti all’interno del partito rischiando così di creare una situazione di instabilità e d’immobilismo che allontana sempre di più le persone che hanno deciso di appoggiare il pd.
Ed è proprio in questo contesto che diventa allora sempre più importante la messa in campo di azioni in grado di portare messaggi forti, di cambiamento, di unità (che lasciatemelo dire non si raggiunge facendo finta di non vedere i problemi esistenti bensì affrontandoli con responsabilità ed ampio confronto).

In questo senso non mi è piaciuto questo metodo di costituzione di un organismo politico importante come la direzione dove a differenza dei modelli presentati ai segretari di circolo in un primo momento ora si propende per l’attuazione di un meccanismo di selezione che tiene conto delle anime, o liste che dir si voglia, del 14 ottobre. In questo modo si dà scarsa rilevanza ai territori, e cosa assai più complicata, si rischia di ufficializzare e radicare maggiormente posizioni differenti all’interno del partito che di fatto non aiuteranno nel momento in cui ci si troverà a dover prendere decisioni importanti per il futuro del nostro territorio (penso alle elezioni amministrative, alle alleanze da mettere in campo, …).

Ancora una volta perdiamo l’occasione importante di lanciare messaggi positivi, democratici ed innovativi.

Alcune settimane fa mi sono trovata a firmare un documento, come tanti altri esponenti del pd a livello provinciale, dove veniva ribadita l’importanza dell’utilizzo di uno strumento come quello delle primarie. Strumento che per mesi abbiamo indicato come simbolo del cambiamento riformista di questo nuovo partito.
Mi dispiace che questo documento dietro al quale, a differenza di quanto pensato da alcuni, non c’è nessun contrasto né gioco o strategia politica, sia stato ritenuto da alcune persone una presa di posizione contro l’amministrazione comunale. Quel documento aveva soltanto la volontà di ribadire un principio democratico presente nello statuto nazionale niente di più.

Da ultimo prima di concludere vorrei fare alcune considerazioni.
Reggio Emilia è una realtà che negli ultimi anni ha visto un incremento demografico ed una crescita impressionante che ha posto la città e la provincia intera di fronte a sfide e bisogni completamente nuovi. Sfide che ci spingono a rileggere la dimensione sociale, economica e culturale del nostro territorio. Sfide e domande alle quali non sempre è facile individuare una risposta immediata ed esaustiva. Penso al contesto industriale dove la realtà reggiana si è da sempre contraddistinta per la sua forte specializzazione in campi come la meccatronica, l’artigianato e tutta quella rete di piccole medie imprese che hanno saputo in tutti questi anni dar vita ad un tessuto industriale riconosciuto a livello internazionale e che tuttavia ora si trovano a dover affrontare scenari nuovi posti dalla globalizzazione e non solo.

Penso al contesto sociale dove il sistema di welfare si è sempre caratterizzato per il forte valore sociale e solidale contenuto nei vari progetti e servizi messi in campo e che oggi si trova a dover affrontare un aumento delle richieste d’aiuto anche da parte di quelle fasce di popolazione ( penso alla cosiddetta fascia media) che non avevano mai chiesto aiuto ai servizi e che oggi si trovano a doverlo fare. Sfide che dunque comportano un ripensamento degli strumenti e delle azioni di intervento da realizzare.

Penso alla sfida dell’interculturalità alla quale anche una città come la nostra deve cercare di dare risposte nel pieno rispetto delle dinamiche europee e non solo.

E ancora penso alle sfide ambientali, educative, culturali,…

Insomma, per concludere, a tutte queste sfide dobbiamo riuscire a dare risposta se vogliamo che il nostro territorio continui ad essere competitivo, accogliente, innovativo. Per fare questo abbiamo bisogno dunque di un confronto che ci porti a definire il prima possibile una visione strategica e reale del nostro territorio.
Forse sarò utopista o come qualcuno mi ha definito all’interno di questo partito non molto tempo fa integralista, ma credo che se vogliamo davvero diventare una forza politica riformista e riconosciuta dalla gente il processo di costruzione di un Partito Democratico forte a livello locale passa anche da qui."

1 commento:

Corra ha detto...

Appoggio in pieno anche se non ho potuto presenziare all'assemblea. Anche io dopo una fase di entusiasmo iniziale sono un po' deluso di come stanno andando le cose, sia a livello locale che nazionale. Credo che l'unica soluzione, purtroppo impercorribile, sarebbe fare tabula rasa di questa classe dirigente incancrenita dalla correnti, lotte interne e invidie personali. Mi auguro che ci sia una soluzione alternativa, anche se allo stato attuale non vedo un grande impegno se non per formare fondazioni, correnti...
Il PD ha un elettorato che chiede proposte su problemi, non correnti e personalismi. Speriamo il bene.